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Rappresentazione stilizzata di community

Come costruire una community attiva e perché lasciar perdere i follower

Se gestisci i profili social della tua attività professionale o porti avanti un progetto avrai sperimentato il desiderio di ottenere molti follower, e potrebbero averti convinto ad acquistarne addirittura. In questo post voglio aiutarti a fare un po’ d’ordine con i termini, e prendere una direzione per costruire una community.

Cosa vedremo:

  1. Perchè creare una brand community
  2. differenza tra follower e community
  3. obbiettivi strategici e metriche da considerare

Brand Community

La Brand community è una “community online” che non è limitata geograficamente, ed è basata sulla comunicazione sociale e la costruzione di una relazione tra i consumatori di un brand ed il brand stesso, in maniera bidirezionale, e tra gli utenti stessi.

Quali sono i benefici di una community?

La community offre più o meno consapevolmente molti stimoli all’azienda stessa, che può muoversi di conseguenza parlando in modo più mirato al cuore del pubblico possedendo dati e spunti interessanti che altrimenti dovrebbe ricercare (e testare) con più fatica  e dispendio di risorse. Il rapporto fra gli utenti ed il brand diventa quindi una vera e propria relazione con un valore emozionale, il miglior investimento che un attività possa fare verso i suoi clienti oggi, a mio parere, non supportando soltanto la vendita in se per se come semplice uso del prodotto ma dando vita ad un rapporto affettivo più stretto.

Nel marketing sia la buyer persona, che i dati raccolti nel monitoraggio delle campagne o dei post sui social media dell’azienda sono vero e proprio oro che luccica, perchè permettono di comprendere più a fondo quali sono i fattori che la community gradisce, quali sono gli argomenti caldi, ed i bisogni più sentiti del nostro pubblico. Questo ci aiuta a posizionarci nelle loro menti, offrendo stimoli e contenuti in linea con i loro desideri e preferenze ed aumentando la fiducia che hanno in noi come azienda o come professionisti.

Creare una comunità attorno ad un brand è un impresa dentro l’impresa, ma la ricchezza che può fornirti in termini di pubblicità, di dati, e di fidelizzazione è impagabile, ed è per questo, che specialmente per attività che trattano di estetica, e bellezza in generale, impegnarsi con costanza nella creazione di una community e del nutrimento attraverso contenuti rilevanti può tradursi in un ottimo investimento.

Quali attività danno vita ad una community?

L’identità in cui rispecchiarsi

Le marche possono diventare vere e proprie identità, con una personalità( che deriva dai valori che impostiamo attraverso la nostra immagine e la nostra comunicazione), il gradimento in merito all’identità  viene espresso successivamente attraverso l’acquisto

Un brand deve avere una storia o un’ idea fondante in cui i clienti si possano identificare, è il senso di familiarità, ed il senso di “battaglia in comune” che aiuta a creare la relazione e a mantenerla nel tempo.

Un area di collaborazione e scambio

Una comunità è utile a se stessa se i consumatori possono collaborare nella condivisione di consigli, informazioni, recesioni, “trucchi” ed esperienze personali che riguardano il prodotto o il servizio.

Un obbiettivo chiaro

Coerenza e continuità sono fattori importanti, per questo prima di ogni passo pratico è importante identificare le motivazioni che stanno dietro alla volontà di creare una community,e creare quindi un piano attraverso strumenti e canali per raccogliere adesioni e fiducia da parte dei consumatori, continuando a coltivare nel tempo la relazione costruita.

Previsione e timing

Le comunità possono essere un modo per abbattere l’eventuale concorrenza, anche futura, perchè attraverso questo ulterioriore servizio si è in grado di proporsi in modalità sempre più in linea con i desideri reali del target di riferimento, ottenedo riscontri diretti ed approfonditi circa nuovi prodotti, nuovi servizi ed eventi. Se esiste una collaborazione tra professionista o brand e la sua community, la fedeltà che si è creata si scioglierà difficilmente, anche davanti ad un servizio o prodotto simile, ad un costo minore.

Differenza tra community e follower

E’ una questione di legame, è questa la differenza sostanziale.

A livello psicologico anche la parte emotiva del pubblico è coinvolta nelle vicende relative al brand, cosa diversa per il follower che non ha stretto un rapporto particolare, o una valutazione di valore nei confronti dell’estetista o del parrucchiere, in questo caso, non riconoscendo  nella figura un vero e proprio valore aggiunto al prodotto stesso e, di conseguenza non è portato a fare alcun tipo di azione nel tempo, nei confronti del brand.

La community diversamente riconosce l’ autorevolezza del professionista. Inoltre una community ha un valore economico potenziale molto più alto dei follower (nonostante una community possa essere decisamente più piccola) La costruzione di una community necessità sicuramente di tempo ed impegno costante, ma è un passo sempre più necessario per aiutare il proprio “posizionamento£, e per mantenerlo nel tempo grazie ad una maggior probabilità di influenza.

Hai sentito parlare del ritrovato interesse dei micro-influencer?Esatto! Una nicchia più curata e nutrita è una nicchia che risponde più facilmente!

Cosa fa invece un follower?

Un follower può creare seguito ed engagement, interagendo con le comunicazioni o promozioni/post ma non necessariamente convertendosi in azioni rilevanti come acquisto. La community è viva e riconosce il tuo valore ed ha un valore economico nel tempo, puoi immaginarla come la popolazione della tua città, che usufruisce e respira dei suoi servizi per un periodo maggiore, il follower può essere anche solo di passaggio, come un turista.

Come puoi iniziare a costruire una community nella pratica?

Facendoti conoscere, anche attraverso le campagne sui social media. Gli obbiettivi che puoi impostare nelle tue campagne sono. (Fonte: facebook)

Quali sono gli obbiettivi da considerare?

Notorietà:

Obiettivi che generano interesse verso il tuo prodotto o servizio. Aumentare la notorietà del brand significa raccontare alle persone ciò che dà valore alla tua azienda. Ad esempio, Jasper’s Market sta per avviare una piccola catena regionale di negozi di alimentari. Con l’obiettivo Notorietà del brand, può creare una campagna che metta in luce la freschezza dei suoi prodotti organici tra le persone che risiedono nei paraggi.

Quali metriche considerare per valutare la notorietà?

I fattori più importanti sono CPM (Cost Per Mill) che identificano il costo per visualizzazione, e CPC (Cost per Clic) [Qua si può considerare anche il costo per messaggi o per altro tipo di interazione come il Like). Qua il fattore più importante è il Traffico di per sè senza un effettivo ritorno economico (diciamo che è più roba da Big che possono permettersi un investimento senta ROI concreto)

Considerazione:

obiettivi che inducono le persone a pensare alla tua azienda e a cercare maggiori informazioni in merito. Ad esempio, il sito web di Jasper’s Market racconta la storia dell’azienda e riporta alcune delle offerte esclusive del negozio. Usando l’obiettivo Traffico, Jasper’s Market può creare una campagna che incoraggi le persone a visitare il sito e scoprire di più.

Quali metriche considerare per valutare la considerazione?

I fattori più importanti sono il CPM, CPC e altri costi per interazione (messaggi, richieste). Qua il fattore più importante è sviluppare una forma qualsiasi di interazione con l’utente in un veicolo per poi fare altre tipologie di attività di advertising (tendenzialmente Ads finalizzate alle Conversioni destinate proprio agli utenti che hanno interagito con i contenuti sponsorizzati in questa fase)

Conversioni:

obiettivi che incoraggiano le persone interessate alla tua azienda ad acquistare o usare il tuo prodotto o servizio. Ad esempio, Jasper’s Market ha aperto alcune nuove filiali. Usando l’obiettivo Visita al punto vendita, può creare una campagna che incoraggi i clienti potenziali a passare al negozio più vicino.

Quali metriche considerare per valutare le conversioni?

I fattori più importanti sono: CPC (che identifica la quantità di traffico sulla pagina di destinazione), CPL (Cost per Lead) il costo di acquisizione contatto e il CPS (Cost per Sales)  cioè il costo per Vendita. In questo caso lo scopo ultimo è quello di CONVERTIRE il traffico in un asset strategico aziendale (clienti o contatti)